Un bel respiro, grazie.

… Per individuare gli errori più comuni, la scienza ha anche preso in esame l’azione quotidiana per eccellenza: respirare. Se infatti da piccoli inspiriamo a fondo, con l’età il respiro si accorcia e quando immettiamo l’aria nella gabbia toracica, questa si ferma prima, all’altezza del petto. “In fondo ai nostri polmoni si blocca dell’aria stantia – spiega Neil Shah, psicoterapeuta e direttore della Stress Management Society – e per di più è proprio la parte terminale dei polmoni quella che contiene i vasi sanguigni che hanno un maggior bisogno di ricambio di ossigeno”. Per tornare a respirare correttamente, il dottor Shah consiglia di inspirare a fondo, fino alla pancia, cercando di tenere fermo il petto e immaginando di gonfiare un pallone da spiaggia nello spazio tra l’ombelico e la spina dorsale, spingendo la pancia in fuori; poi di contrarre i muscoli addominali espirando. Il respiro dovrebbe essere ritmico e regolare, tra 12 e 20 inspirazioni al minuto. “Nei Paesi occidentali – spiega lo stressologo Carlo Pruneti, responsabile del dipartimento di Psicologia clinica dell’università di Parma – le persone sono spesso sottoposte a pressioni innaturali con l’inevitabile sviluppo di stress psicofisico. Tra le conseguenze di questo stile di vita, biologico ma non naturale, c’è la cattiva respirazione. Ormai per abitudine tutti tendono a respirare utilizzando la parte superiore del torace, con la conseguente carenza di fasi espiratorie corrette, e con inspirazioni spesso accelerate e veloci che si susseguono l’una sull’altra con il principale muscolo respiratorio, il diaframma, quasi immobile e in posizione abbassata. Una corretta respirazione addominale rappresenta un’ottima prevenzione nei riguardi di tutta una serie di disturbi fisici respiratori e psichici, non ultimo quello degli attacchi di panico. Non è però così semplice intervenire su abitudini consolidate, e spesso non bastano né la buona volontà né un modello da imitare”.
29 aprile 2011

fonte: http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2011/04/29/news/buone_abitudini-15458415/?ref=HRERO-1

 

 

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