Sui social fioriscono appuntamenti di meditazione, inviti a suonare fuori dalla finestra, rituali per con la madre terra, creare guarigione, pregheiere rivolte a divinità orientali, catene di Sant’Antonio di abbracci e via dicendo.
Il tutto avrebbe lo scopo di connetterci. Senza nulla voler togliere a queste attività per il loro valore aggregante, la trasmissione della solidarietà, il fare gruppo e il divertimento, desidero solo porre l’attenzione sul fatto che noi siamo già connessi; non c’è nulla da fare per connetterci, la connessione è già qui e ora. Il focus potrebbe essere sul diventarne pienamente consapevoli, accettarlo e agire di conseguenza.
Altrimenti continueremo a rimandare il momento in cui saremo connessi con il tutto a un “Altrove & Dopo”. Non saremo la persona giusta al momento giusto. Una volta a una persona che dichiarava di voler tornare alla sorgente, a essere nell’Unità, ho detto “Per quello è sufficiente morire. La vita è il più grande dei maestri, peccato che uccida tutti i suoi allievi! Nel frattempo ti trovi, che ti piaccia o no, organo di senso della Coscienza, a fare esperienza di consapevolezza nell’illusione della separazione”.
Ecco, potremmo provare a fare insieme esperienza della interconnessione, già attiva, già agente. Ogni tentativo di ottenerla ci allontana da quello che c’è, come un bambino che abbia un palloncino in mano e pianga, perché vuole un palloncino.
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