Alcuni anni fa ho acquistato il dominio www.iperconsapevolezza.it. Nelle mie intenzioni sarebbe stato un ipertesto (un libro interattivo) sulla consapevolezza, con il quale invitavo le persone a portare il proprio contributo. Una sorta di libro esperienziale aperto.

Avevo sottovalutato che questo tipo di iniziativa necessita di budget e contatti che io a quel tempo non avevo. Dopo il successo a dir poco oceanico di quella iniziativa (un paio di amici avevano pietosamente contribuito con un post a testa), quando ho avuto da scegliere che nome dare alla mia attività… senza dover acquistare un nuovo dominio, lo avevo già!

Può quindi suonare come un nome pretenzioso. In realtà è un invito a dare molta importanza alla consapevolezza, a creare uno spazio vuoto dal quale possano sorgere l’intuizione e la comprensione: nella mia esperienza il cambiamento parte da essi.

A

L’attenzione prima dell’intuizione.


Solo dopo aver conosciuto la Comunicazione Empatica e il Counseling ho compreso che da ragazzo ero portato per la relazione di sostegno alla persona, pur essendo totalmente sprovvisto degli strumenti e della consapevolezza per perseguire questo obiettivo. A quei tempi se volevi “aiutare” gli altri o facevi il missionario oppure diventavi infermiere o psicologo. Io ho optato per una carriera ventennale come grafico multimediale. Durante questo lungo tempo ho spaziato nell’esplorazione della comunicazione visuale, verbale e non verbale, facendo teatro, recitando, scrivendo. Ho creato il marchio per l’Arena di Verona, ho scritto due sceneggiature, mi sono dilettato di illustrazione, riprese video, regia, montaggio, 3d. Ho creato e diretto per quattro anni il NAW, un laboratorio espressivo. Ho insegnato materie grafiche, ho praticato e insegnato roller, disceso in kayak fiumi e torrenti. Ho fatto molte cose.

Durante gli ultimi anni sentivo che la mia motivazione a fare quello che stavo facendo calava sensibilmente. Come se il cibo non avesse molto sapore. Mancava qualcosa. Mi sono trovato per quasi cinque anni in una crisi di identità, in cui, man mano che mi conoscevo, scoprivo quanto di me fosse automatico, reattivo, condizionato. Ho scoperto di essere abitato da una rabbia potente che non riusciva a esprimersi creativamente.

Grazie a una intuizione e a un amico ho scoperto il Respiro Consapevole, che per me è stato il Ciclosincrotrone della consapevolezza e il motore d’avvio del mio cambiamento, il mio Ri-trovarmi. Ho iniziato a meditare, a partecipare a seminari, ad aiutare nei seminari, finché una persona mi ha detto: “Sai, tu saresti un Counselor coi fiocchi”. Non avevo mai sentito nominare questa parola, ma man mano che mi veniva spiegata e mentre frequentavo il master, mi sono reso conto che era esattamente quello che cercavo. Per dodici anni mi ero isolato in una stanza con un computer a fare il “libero professionista”, chiudendomi in una gabbia in cui di libero c’era ben poco.